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Le sculture di Erwin Wurm si presentano come trasformazioni di oggetti comuni o quotidiani, come, ad esempio, automobili, cetrioli, patate, banane, capi d’abbigliamento.
Tale trasformazione – o in senso psicologico rielaborazione-, presuppone una distanza, una non perturbabilità, da parte dell’artista, per far sì che le sculture possano assumere nuovi significati, rispetto alle cose originali, e soprattutto una notevole impronta umoristica, che ovviamente lascia sulle spalle dell’osservatore l’eredità perturbante (Unheimlich) della cosa trasformata.
Dal punto di vista del linguaggio artistico, Wurm adotta e mette efficacemente in pratica un concetto esteso di scultura (“all is sculpture”) che riassume e per fortuna deforma la pratica convenzionale della scultura, la rivisitazione di questa in chiave Pop e persino l’idea di scultura sociale di J. Beuys.
La sua idea di scultura prevede, oltre alla sperimentazione degli elementi tradizionali di vuoto e pieno, avere, perdere o guadagnare peso, un esercizio, un training performativo in cui sovente è coinvolto lo spettatore.
E’ il caso questo della serie One minute sculptures , in cui la scultura diviene una palestra in cui si sfida la reazione fisica e psicologica dello spettatore.
Le One minute sculptures oltre a manifestarsi nel “qui ed ora” sono registrate e conservate sia nel loro essere strumento di una azione (avvenuta ma che avverrà ancora in esposizione) sia come documento fotografico.
Così spaizzato il pubblico è invitato a scoprire e sperimentare un nuovo modo di percepire un mondo regolato da un'estetica anacronistica ed assolutamente illogica in una realtà insensata.
Innestando e confondendo le diverse tecniche artistiche, Wurm punta a ridefinire il concetto statico di scultura e quelo dinamico do perfrmance, sorpassando i limiti e le barriere che solitamente esistono tra fotografia, video parformance ed happening.
Un invito a giocare con i propri sensori.
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