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sabato 9 ottobre 2010

Capire le potenzialità degli oggetti abituali, per ridisegnare e dare forme nuove agli oggetti con cui conviviamo ogni giorno.

I vestiti dei bambini diventano mantelli, quando, crescendo, li lasciano alle spalle.

Ridisegnare il movimento di ciò che abbiam utilizzato per coprirci, rimodellare e ricreare possibilità di funzioni.

Copricapi spaziali da vecchie magliette, maniche trasformate in tracolle e pantaloni come rami d’albero, decostruire e riassemblare ogni indumento che non va più bene per diventare nuovi paesaggi e figure.

 

 

Pensiamo ad un laboratorio che si struttura incontro dopo incontro, per capire le potenzialità degli oggetti abituali, per ridisegnare e dare forme nuove agli oggetti con cui conviviamo, o abbiam vissuto, ogni giorno

 

 

Nei primi incontri i bambini modelleranno su di loro o sugli amici sculture d’indumenti a cui si concateneranno degli appuntamenti di spremute rumorosissme: sperimentare le sonorità, del corpo e dei pezzetti che ci circondato, scoprirsi casse armoniche, soffiare fortissimo per orchestrare barattoli.

Il laboratorio vuole utilizzare materiali recuperati dalle tane di ognuno dei partecipanti, ex recipienti di cibi, pezzi rumorosi, nastrine e corde rammollite da stirare, noccioli indifesi, coperchi troppo rotondi per essere cuffie, sarà un tentativo di svelare il suono di ogni oggetto, indagare le potenzialità vibranti di ogni corpo,

quanto può espandersi l'eco di ognicosa?

Devo andare in montagna?

Come mi potranno recipere persone lontano?

 

Quindi arriveremo ad una forma nuova, ridisegnata, vibrante e suonante.

La parte conclusiva del laboratorio parte da un lavoro di Erwin Wurm: sculture per un minuto, one minute sculptures, sculture realizzate per un minuto che vivono solo attraverso i video che reciprocamente i bambini gireranno.

Un minuto di equilibrio nel quale i piccoli performer stabilizzano tutto il loro mondo nuovo.

 

Il laboratori si suddivide in tre tempi, 7 appuntamenti totali, nella prima parte ci dedicheremo alla costruzione della forma poi del suono e alla fine i piccoli personaggi sonanti penseranno a breve performance/scultura.

 

 

 

 

 

venerdì 8 ottobre 2010

http://www.chazen.wisc.edu/exhibitions/PressRelease.asp?PID=138&date=November%2026,%202008%20to%20February%201,%202009&loc=Mayer%20Gallery


http://traces.co.kr/tc/293







































quando le maniche diventano una cintura, bottoni orecchini
e poi pantaloni che diventano enormi bracciali che avvolgono tutte le braccia, pensare gli abiti di sempre possano essere anche nuove sculture che ridisegnano la morfologia del corpo.










Le sculture di Erwin Wurm si presentano come trasformazioni di oggetti comuni o quotidiani, come, ad esempio, automobili, cetrioli, patate, banane, capi d’abbigliamento.

Tale trasformazione – o in senso psicologico rielaborazione-, presuppone una distanza, una non perturbabilità, da parte dell’artista, per far sì che le sculture possano assumere nuovi significati, rispetto alle cose originali, e soprattutto una notevole impronta umoristica, che ovviamente lascia sulle spalle dell’osservatore l’eredità perturbante (Unheimlich) della cosa trasformata.

Dal punto di vista del linguaggio artistico, Wurm adotta e mette efficacemente in pratica un concetto esteso di scultura (“all is sculpture”) che riassume e per fortuna deforma la pratica convenzionale della scultura, la rivisitazione di questa in chiave Pop e persino l’idea di scultura sociale di J. Beuys.

La sua idea di scultura prevede, oltre alla sperimentazione degli elementi tradizionali di vuoto e pieno, avere, perdere o guadagnare peso, un esercizio, un training performativo in cui sovente è coinvolto lo spettatore.

E’ il caso questo della serie One minute sculptures , in cui la scultura diviene una palestra in cui si sfida la reazione fisica e psicologica dello spettatore.

Le One minute sculptures oltre a manifestarsi nel “qui ed ora” sono registrate e conservate sia nel loro essere strumento di una azione (avvenuta ma che avverrà ancora in esposizione) sia come documento fotografico.


Così spaizzato il pubblico è invitato a scoprire e sperimentare un nuovo modo di percepire un mondo regolato da un'estetica anacronistica ed assolutamente illogica in una realtà insensata.

Innestando e confondendo le diverse tecniche artistiche, Wurm punta a ridefinire il concetto statico di scultura e quelo dinamico do perfrmance, sorpassando i limiti e le barriere che solitamente esistono tra fotografia, video parformance ed happening.

Un invito a giocare con i propri sensori.





per le immagini: Erwin Wurm, Yinka Shonibare, Gabriela Friðriksdóttir, 

BRrrUM Pem PeMM SkrICHT orf orf PAT zzzAK!



Ricostruire suoni andati persi o immaginarsi una spremuta rumorosa con i pezzi ritrovati davanti.
Scoprirsi casse armoniche, soffiare fortissimo per orchestrare barattoli.

Il laboratorio vuole utilizzare materiali recuperati dalle tane di ognuno dei partecipanti, ex recipienti di cibi, pezzi rumorosi, nastrine e corde rammollite da stirare, noccioli indifesi, coperchi troppo rotondi per essere cuffie, sarà un tentativo di svelare le potenzialità di ogni oggetto, indagare le potenzialità vibranti di ogni corpo,
quanto può espandersi l'eco di ognicosa?
Devo andare in montagna?
Come mi potranno recipere persone lontano?







.... Il suo procedimento, un’improvvisazione dilatata nel tempo. Io uso una competenza che non ho, non so fare niente di quello che faccio e sono costretto a farlo centinaia di volte. Quando sto per imparare, il mio lavoro è finito. È una forma di privilegio non avere un’educazione specifica, è un metodo che costringe a immaginare tutto. Sarebbe più complicato dover ricordarsi continuamente di rinunciare agli stili della struttura armonica.

tratto da:

Šuillakku, intervista a Roberto Cuoghi di Andrea Viliani


(le immagini del post mostrano alcuni strumenti costruiti ed usati da Cuoghi per
Šuillakku)